nedelja, 24. marec 2013

Nulla senza noi donne


Manifesto: Più nulla senza noi donne

Chi siamo?
Siamo donne che si sentono fiere eredi dello sviluppo dei movimenti progressisti femminili in Slovenia che dura già da 150 anni. Con questi movimenti abbiamo conquistato: il diritto all'istruzione per tutte le professioni, il diritto ad un salario uguale, il suffragio universale, il diritto di decidere del proprio corpo e una nazione sociale che ci permette la realizzazione di questi diritti. All'interno di questi movimento ci siamo emancipate dal predominio maschile nella vita pubblica e personale da parte della chiesa e di una nazione non democratica. 
Siamo donne che ci sentiamo responsabili non solo della protezione dei diritti ottenuti e delle conquiste ma anche della loro divulgazione, miglioramento e soprattutto realizzazione

Come intendiamo la crisi?
L' Unione europea e la Slovenia sono cadute in una trappola a forma di un tipo di capitalismo nel quale la decisione sul consumo dei beni sociali creati passa dalle autorità elette democraticamente e da altri soggetti di decisioni democratiche (i partiti, i partner sociali, le organizzazioni non governative) alle istituzioni finanziarie internazionali e private, alle corporazioni sovranazionali e alle strutture di potere soprannazionali che decidono nell'interesse economico delle nazioni più potenti e altri soggetti. Si tratta di un trasferimento - e accumulamento - latente del potere economico e politico a un portatore che non ha un sostegno democratico legale. La maggioranza della popolazione mondiale è sempre più povera e abbandonata all'arbitrio di uno strato fine di autorità ovvero una oligarchia finanziario-economica che ha rubato la democrazia, lo stato di diritto e la nazione sociale a questa maggioranza, derubandola della dignità dell'uomo e di un presente e un futuro degni dell'uomo.
La forma slovena di questo processo è caratterizzata dalla partitocrazia, da una denazionalizzazione ingiusta e imparagonabile alle altre nazioni e dalla corruzione sistematica; tutto ciò porta alla distruzione della base economica dell'intera società, alla regressione e mancanza di indipendenza universali e alla dipendenza neo-coloniale dei debitori. La cultura che, a differenza del mondo della industria culturale e dello spettacolo, non risulta nel rendimento finanziario o capitale è diventata la ragazza della società e ci possiamo accorgere delle ineliminabili conseguenze ogni giorno, non solo nel settore della etica e estetica ma anche su ogni livello della vita sociale.
Il circolo delle vittime si espande già da più di due decenni e, dopo lo scoppio della crisi finanziaria e la recessione mondiale nel 2008, la maggior parte delle persone sente le conseguenze.  Nonostante le numerose voci che pubblicamente e legittimamente esprimono il loro desiderio per differenti tendenze dello sviluppo sociale, compreso lo sviluppo economico, noi sentiamo la mancanza di una visione che rispetti la necessità di eccedere la già esistente divisione basilare dei sessi che induce le idee distruttive del governo sul «vero» progresso

Come capiamo i protesti?
La rivolta contro la espropriazione economica e politica e contro la costante intimidazione ha sollecitato i protesti di massa e ha convinto le persone a scendere in piazza. Ciò che oggi chiamiamo la insurrezione slovena è la lotta di diversi sindacati, movimenti, gruppi di interesse, iniziative, masse di gente povera e umiliata ma anche di individui creativi e socialmente affermati che sono stati trascurati o azzittiti contro l'abuso da parte dello stato di diritto, delle istituzioni democratiche inclusi i partiti e anche contro alcuni media che spesso nascondono i veri contenuti e le conseguenze di questo processo.
Insieme ad altri gruppi che condividono le nostre idee lottiamo per:
1. uno stato di diritto che protegge tutti i diritti umani che sono universali, indivisibili e inalienabili e permette la loro effettiva imposizione;
2. uno stato sociale che per il bene comune includa tutti i servizi e i beni  che permettono ad ogni singola persona di inserirsi in modo creativo e con uguali diritti nella società;
3. una democrazia nella quale le persone abbiano in effetti la possibilità: - di trattare le domande e le richieste sociali nelle forme fondamentali dell'organizzazione sociale (abitativa, comunità di lavoro e altre); - di deliberare sull'assicurazione delle condizioni di vita e lavoro negli organi votati democraticamente e non nel vertice dei partiti; - per i cittadini e le cittadine di collaborare direttamente nella formazione dei criteri per i candidati e nella formazione della scelta dei candidati per poi da queste liste votare per nome i propri rappresentanti, costantemente e direttamente influenzare il loro lavoro, controllare la loro responsabilità e se necessario dare il voto di sfiducia.

Donne coscienti in Slovenia ci uniamo al movimento di insurrezione sulla nostra propria base. Vogliamo una riflessione fondamentale sui cosi detti valori maschili che fanno girare il mondo (e che vengono difesi e messi in atto sia dai uomini che dalle donne) e lottiamo tramite il riconoscimento del ruolo e del potenziale delle donne per la rivalutazione dei valori nelle attività del stato di diritto e della nazione sociale e per una democrazia che soddisfi anche i gruppi sociali più vulnerabili. Perciò pretendiamo soprattutto:
1. Rappresentatività uguale per le donne e gli uomini in tutti gli organi di decisioni sociali, economiche e politiche - una introduzione immediata della democrazia paritetica.
2. Sviluppo sostenibile della Slovenia che deriva e investe nella natura e nella gente.
3. Una assicurazione sociale e sanitaria di qualità, universale e ugualmente accessibile a tutti.
4. Un miglioramento della legislazione familiare,  considerando le nuove forme di famiglia.
5. Mettere fine a una nazione sociale che viene usata come una beneficenza personale; perciò vogliamo un aumento dei redditi sociali e del salario minimo per raggiungere un livello che garantisca una vita degna dell'uomo oppure una nuova forma di assicurazione finanziaria da parte dello stato che permetta una vita decente.
6. L'assestamento delle condizioni di lavoro: divieto degli straordinari, riduzione dell'orario di lavoro e nuovi posti di lavoro introducendo anche attività economiche che operano senza profitti e la sospensione delle forme flessibili/incerte del lavoro che in effetti colpiscono di più le donne e intere famiglie.
7. L'assestamento delle condizioni di lavoro dei lavoratori autonomi nella cultura e nel giornalismo e l'assicurazione dei standard sociali, finanziari e di lavoro generali in questo tipo di attività autonome.
8. L'assicurazione di un libero ingresso nel processo dell'educazione sul livello secondario e terziario con le stesse condizioni per tutti a prescindere dalla loro classe sociale e economica.
9. La eliminazione immediata di tutte le leggi e norme che permettono la violazione del principio costituzionale della divisione delle comunità religiose dallo stato.

Come agiremo?
Le donne progressiste in Slovenia ci aggreghiamo al movimento di insurrezione e uniamo tutti le nostre potenzialità per formare insieme risposte alternative alla ampiezza economica, sociale, etico-culturale e politico-sociale di questa crisi. Per assicurarci di uscire tranquillamente da questa crisi useremo la nostra presenza per moltiplicare le file degli insorti, arricchiremo con le nostre proposte la ricerca di alternative e cercheremo di trasformare le istituzioni all'interno delle quali siamo già attive affinché servano alle reali necessità della maggioranza (99%) delle persone.

Una transizione senza una adeguata rappresentatività delle donne nella vita pubblica ci è già costata molto. Più nulla senza di noi! La nostra forza è nella nostra determinazione a proteggere la democrazia definendo nuovamente la responsabilità politica per il bene pubblico e qui prendiamo la iniziativa. La nostra forza è nel nostro sapere, la nostra forza è nel nostro numero! Mostriamo questa forza- unisciti a noi! Non su di noi, non per noi, non senza di noi! Con noi!

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